La mia evoluzione fotografica in 30 scatti (parte 2)
La fine del 2015 rappresenta un anno di svolta per la mia
crescita come fotografa. Incontrai infatti una persona esperta che cominciò ad
insegnarmi a scattare in manuale e a regolare l’esposizione calibrando il
rapporto tra iso, apertura del diaframma e velocità dell’otturatore. Con un po’
di esercizio scattare in manuale diventò il mio pane quotidiano. Capii sulla
mia pelle l’importanza di scattare in raw invece che in jpeg quando provai per
la prima volta a post produrre una foto con Lightroom; allo stesso tempo,
imparai che nel caso in cui ci sia poca luce e al buio è necessario avere un
cavalletto, e che il sensore della macchina non vede assolutamente come
l’occhio umano. Questa foto rappresenta benissimo una sintesi di tutto ciò: mi
trovavo a San Giacomo, proprio sopra Ascoli, in una situazione surreale, sopra
un mare di nebbia con un tramonto fantastico, e non avevo il cavalletto né un
filtro graduato. Per non bruciare il cielo scattai diverse fotografie
sottoesposte, e per avere un tempo di scatto rapido mi spinsi fino a 800 iso, e
ovviamente in jpeg. Tentando di ritoccare lo scatto feci un gran casino e capii
cos’era il rumore digitale, perché aprendo le ombre ne era venuto fuori
tantissimo. Con più esperienza sono riuscita a tirare fuori un risultato per me
accettabile con Photoshop l’anno scorso, facendo un HDR manuale partendo dalla
singola foto ritoccata separatamente per il cielo e per la terra in Camera Raw
Il 2015 è stato anche l’anno in cui ho scattato per la prima
volta le stelle. Ricordo benissimo l’emozione e il salto di gioia che ho fatto
quando le ho viste apparire sullo schermo della fotocamera. Quegli scatti in
quel momento mi sembravano fantastici… rivedendoli qualche giorno fa mi sono
accorta che in realtà sono piuttosto esercitazioni che fotografie
In quello stesso periodo cominciai a seguire su Facebook
Giovanna Griffo, che diventò per me la principale fonte di ispirazione e di
sapere sulla fotografia. Non mi perdevo un suo video, e studiavo attentamente
le sue foto nei dettagli, per cercare di capire come avesse fatto a ottenere
quel risultato, imparando come si fa un HDR e un photomerge, e migliorando
tantissimo la composizione delle mie foto di paesaggio, che non saranno più da
quel momento fotografie da turista. Con Giovanna mi avvicinai ad altri tipi di
fotografia, in particolare, amando fare i dolci, alla food photography.
Cercando di imitarla, il mio primo risultato fu questo (ridete pure!)
A dicembre di quell’anno avevo dei soldi da parte e decisi
di comprare un obiettivo nuovo, un Canon 50 mm f 1.8, che imparai ad usare come
si deve mooolto più in là. In montagna portai solo quell’obiettivo, e tentai di
scattare comunque qualche panoramica e qualche foto alle stelle. Mi documentai
tantissimo sul web su come unire in post produzione due fotografie diverse, ed
ebbi questo risultato, decisamente innaturale e inguardabile già allora.
L’estate del 2017 è stata la vera svolta. Dopo aver
scaricato Instagram, inizio finalmente a seguire molte pagine di fotografi
paesaggisti professionisti, che arricchiscono il mio piccolo bagaglio
soprattutto sulla composizione fotografica. Non scatto assolutamente più
fotografie per documentazione, ma solo per fare arte. Per la laurea magistrale
chiedo come regalo un obiettivo grandangolare molto luminoso e le mie foto
fanno un salto di qualità impressionante rispetto a prima. Questo è quello che
ho scattato in montagna l’estate di quell’anno, forse un po’ troppo cartolina.
Uso tantissimo il photomerge, sia per creare panorami che
per prospettive impossibili; imparo a postprodurre usando il pennello di
regolazione per accentuare le sfumature, personalizzare le maschere in
Photoshop
E fondere più fotografie per crearne una finale, come in
questo caso
Quell’anno proprio in corrispondenza della luna nuova decisi
di provare a scattare per la prima volta le stelle da sola con un obiettivo
finalmente adatto; il cielo era pulito, nonostante l’inquinamento luminoso del
paese puntai l’obiettivo verso la cima 12 e… apparve la Via Lattea per caso
sullo schermo della fotocamera. È stata un’emozione incredibile, andavo
saltellando per casa di gioia. Il primo risultato in post produzione fu
abbastanza deludente, il rumore digitale era tantissimo anche a 800 iso e feci
un casino con la luminanza
Avevo sentito parlare dello stacking mediano per eliminare
il rumore, perciò scattai più fotografie identiche da fondere, per poi scoprire
che con Photoshop Cs6 non lo potevo fare.
Fomentatissima da quella Via Lattea decisi di passare una
notte in rifugio per il mio compleanno. Il tramonto fu molto soddisfacente,
nonostante le nuvole
La notte non pensavo che avremmo visto le stelle, per il
cielo nuvoloso. Ma incredibilmente provammo ad uscire fuori e c’era il più bel
cielo stellato che io abbia mai visto, e la Via Lattea si vedeva a occhio nudo.
Presa dall’emozione scatto fotografie per photomerge e stacking futuri, per poi
buttarle via il giorno dopo… erano tutte bruciate e troppo sottoesposte per
poterle minimamente recuperare e fondere. Il rumore era tantissimo, e l’unica
cosa che sono riuscita a fare è stata bruciare completamente la terra e tentare
di schiarire il cielo e la Via Lattea con il pennello, creando una cosa
abbastanza mostruosa
Una volta tornata a casa cominciai a prendere confidenza con
i ritratti, che con il 50 mm venivano molto bene, sempre facendo la guerra con
la messa a fuoco. Mi resi conto che mi piaceva scattare fotografie naturali nel
momento in cui il soggetto non era in posa, catturare il momento
In questi anni ho fatto dei grandi passi in avanti anche
nella food photography, preparando dei veri e propri set con quello che trovavo
in casa, imparando a usare la luce naturale e il light painting, e scattando
con cavalletto e il mio amato 50 mm; non sempre vengono belle foto, sia perché
la composizione non è sempre bella, sia perché a volte la luce non è giusta,
sia perché ogni tanto esagero con la post produzione; ma ogni tanto viene fuori
qualcosa di questo tipo:
Nell’ultimo anno ho imparato che si possono scattare delle
bellissime fotografie sia con il tempo brutto, sia addirittura con la neve, che
prima odiavo perché mi copriva la natura
Ho imparato che la fotografia naturalistica e macro utilizza
diaframmi molto aperti, e sono riuscita a sfruttare tutte le potenzialità del
mio 50 per realizzare fotografie come questa, che non hanno niente a che vedere
con le foto sfocate degli inizi
Sto facendo passi avanti nella realizzazione di foto alle
mie piante con sfondo nero, anche se qui le sperimentazioni continueranno
perché non sempre ottengo il risultato che voglio e la foto risulta pasticciata
e decisamente innaturale; alcune volte però i miei scatti si presentano così
Vorrei chiudere questa rassegna con l’ultima foto che ho
realizzato, che rappresenta per me un traguardo non indifferente. Vi ricordate
la mia prima via Lattea? Ho provato a riprenderla in mano dopo aver visto un
po’ di tutorial su come post produrla al meglio, e l’ho portata da così
A così; il risultato è molto rumoroso!
Dopo aver finalmente installato Photoshop CC ho provato a
fare il tanto desiderato stacking per eliminare il rumore digitale, ma ho avuto
un piccolo problema. Purtroppo il mio obiettivo 14 mm è completamente manuale,
perciò il programma non riesce a riconoscerlo e a correggere la distorsione
dell’immagine. Per questo motivo Photoshop non allinea le stelle dei vari
scatti agli angoli, che con lo stacking risultano mosse, però il rumore almeno
sparisce. E questa è la foto con lo stacking:
E questa è la mia evoluzione come fotografa. Di passi ne ho
fatti tanti e spero di continuare a farli e diventare finalmente una brava
artista della fotografia. Il 26 maggio ho avuto l’opportunità di partecipare al
mio primo workshop di fotografia naturalistica e paesaggistica nella mia amata
piana di Castelluccio e ho imparato un sacco di cose, mi sento già migliorata.
Confrontarsi con fotografi professionisti è stata per me un’opportunità di
crescita unica che ripeterò il più possibile e prima possibile. Il 2 giugno ho
esposto per la prima volta le mie foto alle orchidee selvatiche in mostra a
Itri per la manifestazione “Orchidee in piazza” e sono stata davvero
soddisfatta! Spero di continuare a scattare e di fare al più presto un corso
serio che mi permetta di conoscere altri tipi di fotografia a cui
appassionarmi. I tipi di fotografia che mi piacciono? Un po’ si capisce già da
qui… ma penso che scriverò un altro articoletto a riguardo!
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