Il miracolo dei fiori spontanei

Incontrare nelle aiuole incolte o ai margini delle strade delle città in cui viviamo dei puntini colorati per tutti noi è normale, lo diamo per scontato. Poche persone si soffermano a mettere a fuoco quei puntini così ovvi per noi, così presi dalla vita frenetica a cui il mondo di oggi, ahimé, ci costringe. Ultimamente, per fortuna, sta venendo fuori grazie ai canali di comunicazione di massa che tutto ciò non è affatto scontato. Per quanto mi riguarda, ogni fiore selvatico è un miracolo della Natura. Quella pianta che ci appare scontata, dalla pratolina che cresce ai margini delle autostrade al raro giglio rosso selvatico, ci sta regalando uno spettacolo unico, ogni volta diverso, perché non c'è fioritura uguale alla precedente e ogni fiore anche della stessa pianta è diverso dall'altro. Quella pianta che ha potuto compiere la fioritura è scampata ai turisti, che colgono anche i fiori protetti in maniera sfrontata, ai tagliaerba, alle trince e ai decespugliatori, agli animali, al gelo, alla grandine, all'inquinamento. Rispettare un fiore significa rispettare questo miracolo. Dare la possibilità a quella pianta di potersi riprodurre e a una specie a rischio di salvarsi. Avete mai provato ad osservare un fiore da vicino, a sentire il suo profumo, a sfiorare la consistenza dei suoi petali? Avete mai provato a inebriare i vostri occhi e il vostro cuore con tanta bellezza e perfezione? Perché secondo me la perfezione esiste, la Natura è perfetta. Certo ci sono alcuni casi in cui le cose non funzionano come dovrebbero. Ma ogni essere vivente ha in sé un meccanismo perfetto o perfettibile che lo fa "funzionare", uno straordinario miracolo. Come anche noi siamo dei piccoli miracoli. Come l'Universo è un grande miracolo.


Fin da piccola ho sviluppato una grande sensibilità per le piccole cose che ci circondano, come i fiori selvatici. Nel corso della mia vita grazie alle possibilità che ho avuto di andare spesso in montagna ho potuto vedere tantissime specie diverse. Ultimamente ho cominciato a studiarli, fotografarli sistematicamente e a fare delle escursioni ad hoc soltanto per cercare alcune piante. E non vi nascondo che a volte mi sono emozionata al limite della commozione. Voglio condividere con voi questi momenti di pura emozione attraverso le foto che ho scattato alle più belle o rare piante che abbia mai incontrato.


Partiamo dalle mie montagne: come sapete vivo in una zona al confine tra quattro regioni, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. A due passi da casa ho i Monti della Laga, con la splendida Montagna dei Fiori, i Monti Sibillini, con il Monte Vettore e la magnifica piana di Castelluccio di Norcia, e l'Appennino Perduto, una zona preappenninica tra i due parchi Nazionali, anche questa molto particolare e ricca di flora spontanea rara.

Fritillaria montana
Fritillaria montana nel parco dei Monti Sibillini
La fritillaria montana, o Fritillaria dell'Orsini, è una pianta molto abbondante sulle mie montagne, sia sulla Montagna dei Fiori sia nella zona del Monte Vettore vicino Castelluccio. E' una specie di tulipano con la testa china, appartenente alla famiglia delle Liliacee, la stessa dei tulpiani. Si tratta di una bulbosa che può portare uno o più raramente due fiori per ogni bulbo. Non è una pianta rara dalle mie parti, ma è sicuramente una delle più particolari per la livrea dei suoi petali, che assomigliano a una pelle di rettile, sui toni del giallino o del porpora che variano da pianta a pianta. Non esiste un fiore uguale a un altro! Fiorisce a maggio
F. montana,esemplare con fiore chiaro
F. montana, esemplare con doppio fiore scuro
Il mio primo incontro con la Fritillaria selvatica è stato sulla montagna dei fiori in un'escursione con le mie amiche l'anno scorso verso metà maggio. Sono stata fortunata perché ne ho trovato un prato praticamente stracolmo. Per me, che adoro i tulipani (i miei fiori preferiti), è stata un'emozione enorme e non riuscivo ad andare avanti per la passeggiata: ogni fiore era diverso e volevo fotografarli tutti!
Un prato di fritillaria sulla Montagna dei Fiori

Una mia foto artistica

Tulipa australis


I tulipani sono i miei fiori preferiti in generale. Mi sono sempre domandata se esistessero dei tulipani selvatici da cui derivano i migliaia di ibridi prodotti in Olanda, effettivamente dovevano esistere delle specie selvatiche ma non pensavo crescessero così vicino a casa e con tanta abbondanza. Sono venuta a conoscenza di questi fiori grazie a un'escursione organizzata nella piana di Castelluccio, in cui crescono specie favolose di piante. Sono bulbose che amano crescere in zone impantanate, insieme ai narcisi e ai ranuncoli, miliardi di ranuncoli gialli che creano la vera fioritura di Castelluccio. L'effetto creato da tutto questo giallo è sorprendente, un mare dorato di fiori.
Il mare dorato della fioritura di Castelluccio
 Sono tornata a vedere i tulipani diverse volte l'anno scorso, perché dopo il terremoto la piana è diventata irraggiungibile per un anno e mezzo. Ho scattato delle foto che mi piacciono moltissimo a questi fiori magici e tornerò anche quest'anno sicuramente a inebriarmi della loro magia..



Gentiana dinarica



Le genziane blu sono da sempre i miei fiori spontanei preferiti. Adoro il loro colore, mi sembra così raro e quasi artefatto per un fiore. In particolare alcune genziane hanno un colore blu talmente profondo da potercisi perdere dentro. Tra tutte le genziane, la dinarica è senz'altro la specie più bella, come le altre del gruppo G. acaulis che sono tutte quasi uguali. Ho sempre sognato di poterle vedere sin da quando ero piccola e sfogliavo i libri sui fiori selvatici. Mi affascinava il fatto che nelle foto i fiori sembrassero enormi, mentre in realtà non sono grandissimi. Ma non le trovavo mai nelle mie escursioni, così ho cominciato a pensare che fossero rarissime. In realtà cercavo dei fiori troppo grandi in un periodo completamente sbagliato.


Il mio primo incontro con questa specie di genziana è avvenuto per caso mentre scendevamo da Castelluccio di Norcia in una giornata di Aprile tre anni fa. Ho visto dalla macchina dei punti blu e ho chiesto a mia madre di fermarci. Con mia somma meraviglia, era proprio la genziana dinarica! Ho scattato mille foto e sono tornata, terremoto permettendo, a cercare nello stesso punto subito dopo il disgelo per vedere le foglie e la formazione dei boccioli. La pianta di per sè è insignificante ma io la trovo stupenda.
Pianta di G. dinarica con bocciolo, Marzo 2018
Le prime G. dinarica che abbia mai visto, Aprile 2016
I fiori sono davvero tra i più belli che abbiamo nella flora italiana. Il colore blu intenso è qualcosa di ipnotico, talmente forte che nelle foto l'ho dovuto desaturare. Mi sono accorta l'anno scorso che questa pianta tra aprile e maggio è comunissima sulle mie montagne: camminando ai piedi del Vettore per le strade di Montegallo ne ho trovato degli esemplari su una scarpata che costeggiava la strada. E' una pianta che ama i terreni sassosi e scoscesi, come si vede dalla foto qui sopra. Le ho trovate anche sul Gran Sasso a Campo Imperatore, nel canyon dello Scoppaturo. Infine, vicino al posto dove le avevo viste la prima volta, ne ho trovato un prato intero su una ripida scarpata e mi sono arrampicata per scattare delle foto a quello spettacolo incredibile. Non lo dimenticherò mai.
G. dinarica a Colleluce di Montegallo, 25 Aprile 2018 (scattata col telefono)
Pianta di G. dinarica, Colleluce, 25 Aprile 2018
G. dinarica a Campo Imperatore

Prati di G. dinarica verso Castelluccio, Maggio 2018
Prati di G. dinarica verso Castelluccio, Maggio 2018
Paeonia officinalis
Anche le peonie sono tra i fiori che amo particolarmente, perché sono enormi. Mi piacciono tantissimo i fiori grandi e le peonie soddisfano sicuramente i miei desideri. Il mio primo contatto con una peonia è stato in campagna, quando mio padre ne piantò una per mia madre, incredibilmente ancora viva. Ogni primavera fa più di 10 fiori ed è una cosa inimmaginabile per quanto è bella. Come per i tulipani, quando ho sentito che esistevano le peonie selvatiche ho subito voluto vederle. Ma non le trovavo da nessuna parte, pur non essendo poi così rare. Perciò ho partecipato a un workshop fotografico, sia per imparare a fotografare i fiori sia per capire dove stavano. Non ve lo rivelo, ma alla fine a Castelluccio le ho trovate. Scherzo del destino, la mia prima peonia l'ho trovata qualche giorno prima del workshop sulla Montagna dei Fiori, dove se ne stava sola soletta in mezzo a un prato. I fiori sono di un bellissimo porpora che contrasta con la parte centrale giallo oro. Fiorisce tra Maggio e Giugno.
P. officinalis, Montagna dei Fiori

P. officinalis, Montagna dei Fiori

P. officinalis, Castelluccio di Norcia

P. officinalis, Castelluccio di Norcia
Pianta di Peonia 

Peonie a Castelluccio
Narcissus 
Il caso dei narcisi selvatici è molto simile a quello dei tulipani. Non avevo idea che ne crescessero così tanti a due passi da casa. Li ho trovati sia a Castelluccio, dove crescono e fioriscono insieme ai tulipani, sia sulla Montagna dei Fiori, dove crescono e fioriscono insieme alla fritillaria. La specie più comune è il Narcissus poeticus, dal fiore bianco candido. Li ho visti la prima volta insieme ai tulipani nel 2016 e da allora ogni volta mi emoziono.

Narcisi in crescita, Forca di Presta, Aprile 2018

Narcissus poeticus, Castelluccio, Maggio 2016

N. poeticus, Montagna dei Fiori, Maggio 2018

La fioritura di Catselluccio con i narcisi, Maggio 2018

La fioritura di Castelluccio, Maggio 2016
 Oltre a questa specie di narciso, sono riuscita a vederne un'altra sulla Montagna dei Fiori, un esemplare unico che sicuramente tornerò a visitare. Si tratta del Narcissus pseudonarcissus, dai fiori gialli con la tromba centrale, molto più grandi e appariscenti di quelli bianchi comuni. Purtroppo l'ho beccato in sfioritura, ma quest'anno sarò pronta! Anche la scoperta di questa specie, che non conoscevo affatto, è stata una sorpresa bellissima.

Narcissus pseudonarcissus
Pulsatilla alpina



 La pulsatilla selvatica è una pianta tanto bella quanto varia e comune. In Val di Fassa ho visti prati interi ricoperti di pulsatille sfiorite, che in primavera devono essere spettacolari. Penso che cresca anche sul Vettore, ma non sono andata mai a vedere in altitudine in primavera perché c'è ancora neve ed è un minimo pericoloso (ma ci andrò presto!). Ho avuto il piacere di incontrare un solo esemplare di questa pianta nella mia zona un po' lontano da casa, a Campo Imperatore. Ne cresceva una piantina fiorita nel canyon dello Scoppaturo, subito fotografata e documentata. La specie P. alpina ha i fiori bianchi molto grandi e fa parte della famiglia degli Anemoni. La fioritura è a Maggio, sulle Alpi forse si incontra anche più in là (ne ho trovato qualche esemplare tardivo fiorito anche ad Agosto in val di Fassa).


Cephalantera 
La Cephalantera è un'orchidea selvatica che cresce sia nel bosco che in posizione aperta più raramente, in ambienti freschi e umidi. Sono venuta a conoscenza di questa pianta da alcuni amici orchidofili che ne hanno postato delle foto su Facebook e sono rimasta estasiata quando mia madre mi ha detto, con tanto di documentazione fotografica, di averla vista anche dalle nostre parti, nell'Appennino Perduto. In effetti, in una escursione i primi di Aprile dell'anno scorso, ne ho trovate tantissime della specie C. longifolia,con bellissimi fiori bianchi che fanno invidia alle orchidee tropicali. Fiorisce tra Aprile e Maggio

C. longifolia, Appennino Perduto, 1 Aprile 2018

C. longifolia, Appennino Perduto, 1 Aprile 2018
C. longifolia, Appennino Perduto, 1 Aprile 2018
Ne ho visti diversi esemplari sul ciglio della strada anche nel parco dei Monti Sibillini, salendo per andare a Castelluccio da Arquata. Uno l'ho fotografato addirittura prima della forca, in pieno pascolo.

C. longifolia, Forca di Presta, fine Maggio 2018
Ma la Cephalantera più bella in assoluto è la C. rubra, con i suoi fiori grandi e rosati. Ho avuto l'immensa fortuna di vederne tre piante su segnalazione di mia madre in un luogo che terrò segreto, nell'Appennino Perduto. Scattando, ho messo in pratica gli insegnamenti appresi dal workshop che avevo fatto poco prima e sono stata molto contenta dei risultati!
C. rubra, Appennino Perduto, Giugno 2018
C. rubra, Appennino Perduto, Giugno 2018

C. rubra, Appennino Perduto, Giugno 2018

Ophrys 
Le Ofridi (nome scientifico Ophrys) fanno parte delle orchidee selvatiche. Il loro meccanismo di impollinazione le rende però incredibilmente affascinanti e uniche in tutta la famiglia delle Orchidacee. In pratica, il labello del fiore, ovvero il petalo al centro in basso, assume la forma di un insetto e la pianta emana ferormoni delle femmine di determinati insetti per attrarre con l'inganno i maschi che, volendosi accoppiare, si posano sul fiore che gli lascia attaccate le sacche polliniche. Posandosi poi su altri fiori li impollina, garantendo alla pianta la riproduzione.

O. sphegodes subsp. classica, Appennino Perduto, Marzo 2016
Queste piante incredibili, che pochi conoscono, sono incredibilmente comuni e diffuse in tutte le regioni italiane. Il mio primo incontro con una Ophrys sphegodes (il nome significa "vespa") è avvenuto nel Marzo del 2016 ed è stato molto emozionante. Ho cercato in seguito altre specie, ma soltanto una volta mi è capitato di trovare una O. crabronifera ("portatrice di calabrone") con dei bellissimi sepali rosa. Un'altra forma particolare che mi è capitato di incontrare è stata una forma albina di O. sphegodes, la specie più abbondante dalle mie parti. Ne esistono tante sottospecie ma mi è molto complicato distinguerle.
O. sphegodes subsp. classica, Appennino Perduto, Aprile 2018

O. sphegodes subsp. classica, Appennino perduto, Aprile 2018

O. crabronifera, Appennino Perduto, Aprile 2018

O. sphegodes subsp. minipassionis, Appennino Perduto, Aprile 2018

O. sphegodes subsp. classica forma albina, Aprile 2018
Le Ophrys che si trovano nella mia zona sono le più bruttine del genere. Fioriscono tra Marzo e Giugno, sia nei boschi che a volte nei pascoli e sulle scarpate sassose (le ho trovate insieme alla Gentiana dinarica e vicino a Forca di Presta a 1500 m di altitudine). Si trovano tranquillamente anche a quote basse sui bordi delle strade carrabili. A seconda della specie i sepali possono essere verdi, bianchi o rosa. Il labello a forma di insetto in alcune specie è davvero spettacolare: basti vedere la bellissima O. speculum che lo ha quasi blu/argenteo, o la comunissima O. apifera ("portatrice di ape"), che sembra un'apetta sorridente!
O. incubacea, Forca di Presta, 1500 m, Maggio 2018
Anacamptis coriophora ssp. fragrans
L'Anacamptis fragrans è una orchidea selvatica europea. Non ha un fiore appariscente, anzi, secondo me è molto difficile da vedere e rara da trovare dalle mie parti. L'ho inserita perché nella mia vita ne ho trovato un solo esemplare. Ogni volta che trovo un'orchidea selvatica che non ho mai visto mi emoziono molto e scatto un sacco di foto. Ero in giro tra paesini fantasma nell'Appennino Perduto, stremata da una camminata veloce per scampare alla pioggia e vedo qualcosa che assomiglia a un'orchidea. Era tardi, ormai metà Giugno, e avevo già fotografato la bellissima Cephalantera rubra. Sembrava in effetti un'orchidea sfiorita, ma era una Anacamptis copiophora fragrans, un'orchidea che non avevo mai visto con dei fiori molto delicati.
A. coriophora subsp. fragrans
Neotinea ustulata
Chiudiamo la rassegna delle più belle specie di fiori selvatici della mia terra con una bellissima orchidea selvatica del genere Neotinea. Si tratta di un fior piccolissimo e difficilmente visibile, abbastanza raro. Ma Castelluccio è la terra delle rarità botaniche. Ne cresceva una piccola colonia vicino alle peonie e subito durante il workshop fotografico dello scorso maggio ho avuto la possibilità di fotografarle e provare diverse inquadrature con un obiettivo macro. Fiorisce tra Maggio e Giugno. L'ho trovata a quota 1400-1500 m. Il labello mi fa impazzire, piccolissimo ma decorato con quei minuscoli puntini porpora! La Natura sa davvero essere meravigliosa!
N. ustulata, Castelluccio, fine Maggio 2018

N. ustulata, fine Maggio 2018 Castelluccio di Norcia
Non solo Appennino: ho la possibilità di frequentare spesso le Alpi e in particolare la Val di Fassa e Val di Fiemme. Purtroppo vado in vacanza ad Agosto, il periodo peggiore dell'estate per ammirare le fioriture, nel pieno del loro splendore tra maggio e giugno. Posso dire con sicurezza che le meraviglie delle Alpi io non le ho ancora viste e questo mi emoziona ancora di più. Per adesso vi mostro gli incontri che mi hanno più emozionato e non si tratta di piante rare ma di fiori che purtroppo, nella maggior parte dei casi, non ho mai più rivisto.

Epipactis atrorubens
Si tratta di una piccola orchidea selvatica del genere Epipactis. Sono tra le più belle orchidee selvatiche che abbiamo nel nostro territorio. I fiori visti da vicino ricordano in piccolo quelli delle orchidee tropicali. Tra le Epipactis più belle e più comuni spicca la E. atrorubens, con i fiori rosa scuro quasi porpora. E' una pianta che ricorda un po' le fate e gli gnomi, con i fiorellini che pendono tutti in fila dal lungo stelo. Fiorisce tra Giugno e Agosto. Si trova anche dalle mie parti, ma non ne ho mai viste.
E. atrorubens, Val di Fassa; Agosto 2018

E. atrorubens, Val di Fassa, Agosto 2018. Frutti

E. atrorubens, infiorescenza

E. atrorubens

E. atrorubens, fiori rosa pallido

Il mio primo incontro con alcuni esemplari è avvenuto nel 2015, in un momento in cui non ero minimamente a conoscenza dell'esistenza di queste piante. E' stata una bellissima sorpresa la scoperta di questa orchidea. Ne ho trovati alcuni esemplari fioriti a fine agosto perché avevamo avuto un Giugno molto freddo quell'anno, quindi tutte le fioriture erano in ritardo. In genere fiorisce verso Giugno-Luglio nei boschi, ma in luoghi molto alti (ero a circa 2000 m) può arrivare anche a fine Agosto.
La mia prima E. atrorubens in Val Udai, Agosto 2015
Lilium martagon
Anche il Giglio Martagone è una pianta comune sulle montagne fassane. Ne ho visti centinaia di esemplari in diversi luoghi sia nei boschi che nei pascoli, tutti sfioriti e con i frutti. Questa pianta, poverina, fa fatica a riprodursi in quanto le persone ne strappano i fiori, poi non so per farne cosa... E' un giglio bellissimo, meno bello del compagno Giglio Rosso, molto più raro per lo stesso motivo che ho spiegato sopra. I petali arricciati hanno delle macchioline scure fantastiche. Ho incontrato un giglio martagone fiorito solo una volta, durante la fortunata escursione in Val Udai del 2015 in cui ho scoperto le Epipactis. Avendo avuto in quel Giugno un clima molto freddo, le fioriture erano in ritardo e ho potuto fotografarlo in tutta tranquillità anche a fine Agosto, anche se fiorisce a Luglio. Chissà che un giorno non riesca a vederne un prato intero e a tagliare le mani a qualche turista!!



Campanula morettiana
Chiudiamo la serie dei fiori selvatici più belli che abbia mai visto con una specie molto rara di campanula, la Campanula del Moretti. Anche questa l'ho trovata una sola volta in Val Udai, dove cresceva ad altezza fotografabile su una parete di roccia. Si tratta infatti di una specie che cresce negli anfratti rocciosi, con foglie molto piccole e fiori più grandi rispetto a quelli della maggior parte delle campanule, con il gambo quasi inesistente. Formano dei bellissimi bouquet direttamente sulla roccia, sembra quasi che la pietra fiorisca. Sono tornata a cercarla in Val Udai ma non l'ho trovata più in quel punto, spero soltanto perché magari era già sfiorita. Tornerò presto alla sua ricerca!

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