C/2020 F3 NEOWISE, la cometa che non ti aspetti
Come ben sapete, adoro l’astronomia e i fenomeni celesti; tra tutti, quelli che posso vedere a occhio nudo sono per me i più emozionanti, occasione anche di riflessione riguardo quanto siamo infinitamente piccoli e insignificanti nella grandezza del cosmo.
Le comete sono i miei corpi celesti preferiti da sempre. Nella mia vita ho avuto l’occasione e l’onore di vederne solamente una, la grande cometa del 1997, ma ero molto piccola e ho ricordi confusi e sfocati. Negli anni non ho mai seguito siti di astronomia e non mi sono interessata più di tanto alla scoperta del cielo e dei suoi fenomeni, pur continuando ad esserne appassionata anche nelle materie scolastiche. In più, una volta non c’erano i social che ci bombardano di notizie e ci avvertono, volenti o nolenti, di tutto ciò che accade nel mondo. Perciò, solo nel Dicembre del 2018 ho scoperto casualmente dell’esistenza di una cometa visibile anche a occhio nudo ma molto piccola, 46/P Wirtanen, a cui ho dedicato un resoconto che potete trovare qui. Mi sono accorta in ritardo della sua presenza nel nostro cielo per cui a occhio nudo, anche in cieli poco inquinati come quelli di montagna, non sono riuscita a vederla; la mia reflex, con un’esposizione di qualche secondo, è riuscita a catturare la sua debolissima luce verde.
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La cometa 46/P Wirtanen nel Dicembre del 2018 |
Comete sempre nuove visitano continuamente il nostro sistema solare, e vengono man mano scoperte dagli astronomi e dagli astrofili. All’inizio di quest’anno era stata annunciata la scoperta della cometa ATLAS, che prometteva di raggiungere una luminosità tale da essere visibile senza telescopio a Maggio; poco dopo la stessa notizia per un’altra cometa, la SWAN. Entrambe però ci hanno deluso: passando vicino al Sole, il nucleo delle comete viene sottoposto a un forte stress e a volte si frammenta, con conseguenza una grossa perdita di luminosità. Il nucleo di queste due comete non ha retto il passaggio vicino al Sole, per cui nessuno di noi ha potuto ammirarle se non con mezzi adeguati.
Seguo da un po’ di tempo alcune pagine di astronomia, circa da quando ho sentito al TG della cometa Wirtanen. Solitamente avvertono al momento della scoperta, come è stato per ATLAS e SWAN, della presenza di comete promettenti. All’inizio di Luglio girovagavo per Facebook quando vedo la foto di una bella cometa scattata con una semplice macchina fotografica con lo sfondo dei Pirenei. Pensavo che fosse l’immagine di una cometa passata, quando leggo sotto “Luglio 2020”. La mia faccia è cambiata… c’era una cometa visibile, tra l’altro scoperta a Marzo, e io non lo sapevo?? L’emozione mi ha assalito e mi sono informata come una mezza matta su quando e come poterla vedere.
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La cometa Neowise in una foto di profondo cielo (da Wikipedia) |
Il suo nome, ormai tutti lo sappiamo, è C/2020 F3 NEOWISE. C/ indica che si tratta di una cometa non periodica, ovvero che completa la sua orbita in più di 2 secoli, a volte millenni, o che non la completa affatto, visitandoci e non tornando mai più; queste comete viaggiano dalle zone più esterne del nostro Sistema Solare fino alle vicinanze del Sole e, se non si frammentano, vi fanno ritorno. Per fare un esempio, la famosa cometa di Halley è una cometa periodica, che ci fa visita ogni 76 anni; la NEOWISE tornerà tra più di 6000 anni! F indica il periodo della scoperta, ovvero la seconda metà di Marzo (27 Marzo 2020); il n. 3, invece, ci dice che è stata la terza cometa scoperta in quella finestra temporale. Il nome dato alla cometa è in realtà la sigla di una missione di studio dei Near Earth Objects (NEO), come asteroidi e comete, da parte di un telescopio chiamato WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer). Proprio questo telescopio ha scoperto questa cometa, dandole il nome. La cometa ha raggiunto la minima distanza dal Sole il 3 Luglio 2020 ed è diventata luminosissima oltre le previsioni, tanto da diventare visibile a occhio nudo; da quella data si allontanerà da noi e la sua luminosità diminuirà mano a mano che si distanzierà dalla nostra stella.
A differenza di Wirtanen, questa cometa è bianca, ovvero riflette la luce del Sole e ha una coda superiore azzurrognola, costituita da gas ionizzato (esattamente come le comete di Halley e Hale Bopp). Le comete possono avere colori diversi a seconda della loro composizione chimica e delle reazioni a cui sono soggette nel processo di sublimazione che avviene passando vicino al Sole; Wirtanen, per esempio, emanava una bella luce verde. Negli ultimi giorni anche NEOWISE ha cominciato a brillare di luce verdognola.
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La cometa fotografata dalla Francia a fine Luglio (credits Vincent Blais). La chioma in questi ultimi giorni è diventata verde! |
La cometa è stata visibile solo all’alba, tra le 4 e le 5 circa, fino al 13-14 Luglio. La notte stessa in cui ho scoperto della sua esistenza, nonostante mi fossi alzata quel giorno alle cinque e mezza, mi sono svegliata di nuovo alle 4 per poterla vedere dal terrazzo di casa, che dà sul mare dalle colline. Sono rimasta delusa perché ho visto Venere ma non sono riuscita a trovarla, perché a sinistra c’erano degli alberi che mi coprivano la visuale, proprio sotto alla stella Capella della costellazione dell’Auriga. Il giorno dopo ho scaricato un’app che si chiama Star Walk 2, e con la bussola ti indica la posizione degli astri intorno a te all’ora e il giorno che vuoi. Ho perciò controllato che la cometa era effettivamente dietro agli alberi quella mattina. Per cui, il giorno dopo, sono andata direttamente in spiaggia a cercarla. Inizialmente non l’ho trovata ed ero delusissima, perché c’erano delle nuvolette sull’orizzonte e pensavo che fosse coperta. Poi ho abituato un po’ gli occhi al buio e ho guardato più su, l’ho trovata!! Effettivamente era visibile come una stella molto debole e si vedeva a malapena la coda, perché cominciavano le prime luci del giorno, ma a occhio nudo con un po’ di fortuna si riusciva a vedere. L’ho fotografata per qualche minuto poi sono stata ad ammirarla fino a che il cielo è diventato troppo luminoso per vederla. La focale più lunga che ho, come ripeto sempre, al momento è un 50 mm, ma ha fatto bene il suo lavoro. La cometa nelle immagini che ho scattato si vede bene e le foto mi piacciono moltissimo. Questi i dati della foto che ho scattato:
8/7/2020, 4.20 circa
Canon EOS 600D, Canon 50mm F1.8
ISO 200, F 1.8, 1,3’’
Scatto singolo su cavalletto
Quella mattina ho avuto anche un altro onore, quello di ammirare e fotografare le nubi nottilucenti, un fenomeno rarissimo alle nostre latitudini. E’ stata una sorpresa, chi se lo aspettava? Ero sicura che non le avrei mai viste dal vivo, tanto più a San Benedetto. Si tratta di nuvole molto più alte delle nuvole normali, situate nella mesosfera, dove le nuvole non dovrebbero esserci. Sono composte da piccoli cristalli di ghiaccio, e all’alba e al tramonto riflettono la luce del Sole nascente o morente. Quelle che ho visto non sono spettacolari e purtroppo non erano sotto la cometa, ma rimarranno un evento che chissà se rivedrò ancora…
Ma non è finita qui! Infatti la cometa a partire dal 13-14 Luglio 2020 è stata visibile anche dopo il tramonto proprio vicino al punto in cui tramonta il Sole, a ovest. Tecnicamente si trovava nella costellazione della Lince, posizionata sotto il Grande Carro proprio sull’orizzonte. Pian piano, fino a fine mese, si sarebbe alzata fino a entrare nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Volevo fare una foto anche al tramonto, con un paesaggio diverso; il problema è che abitando in una conca, a Nord-Ovest c’è una collina che mi ostruisce la visuale e pensavo che sarei dovuta salire in cima almeno alla scarpata per poterla vedere. Ho quindi fatto i miei conti, osservando le stelle verso il 10 Luglio da casa alle 22, anche con l’aiuto della reflex, che ne vede più dei miei occhi. Ho individuato le stelle più basse che posso vedere sul mio orizzonte e più vicine alla costellazione della Lince: si tratta delle zampe anteriori dell’Orsa Maggiore, le stelle (tecnicamente sistemi di più stelle) più meridionali di quella costellazione, chiamate Talitha Borealis e Talitha Australis. Grazie alla mia app, ho appurato che la cometa sarebbe passata vicinissima a quelle stelle il 18 Luglio verso le ore 21, e poi si sarebbe progressivamente alzata le notti seguenti. La mia pianificazione era completa: tra il 17 e fine mese avrei potuto vederla da casa, e forse anche dalla cima della scarpata.
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Le stelle dell'Orsa Maggiore sotto il Grande Carro |
Ma perché pianificare se posso mandare tutto all’aria? Non sono riuscita ad aspettare fino al 18 Luglio ovviamente… Il 14 Luglio, alle nove in punto, ero alla finestra del terzo piano a puntare la mia reflex verso nord-ovest. Man mano che si faceva buio ho riconosciuto il Grande Carro e ho puntato la reflex sull’orizzonte più basso che avevo, ahimé, abitando in una conca. Pensavo che la cometa sarebbe stata coperta dalle colline, molto vicine, ma ho deciso comunque di fare un tentativo. Incredibile ma vero, l’ho trovata proprio nel punto fotograficamente migliore dove potesse stare: stava tramontando sul declivio del colle Brucicchio. Ho scattato diverse fotografie con la cometa a diverse altezze sul monte, fino a che non è tramontata del tutto. Ne ho scelta una e l’ho post-prodotta separatamente per il colle e per il cielo, uniti in seguito in una doppia esposizione. Questi i dati:
14/7/2020, 21.40 circa
Canon EOS 600D, Canon 50mm F1.8
ISO 400, F 2, 4’’
Scatto singolo su cavalletto
Man mano che passavano i giorni, la cometa diveniva più alta nel cielo dopo il tramonto, ed essendoci meno luce cominciava a vedersi meglio la sua coda, soprattutto in foto. Inoltre, diventava sempre più grande perché si avvicinava sempre più alla Terra. Ogni tanto, di notte, andavo in giardino a cercarla dopo cena, per vedere se si vedeva ancora. Questa foto l’ho scattata dal giardino il 17 Luglio alle 22.00 circa. La coda, complice il buio, si vedeva molto meglio che nelle fotografie scattate all’alba e al tramonto. Questi i dati:
17/7/2020, 22.00 circa
Canon EOS 600D, Canon 50mm F1.8
ISO 800, F 2, 5’’
Scatto singolo su cavalletto
Per il giorno dopo, il fatidico 18 Luglio, avevo in mente grandi piani. Avevo pianificato da giorni di andare a fotografarla dalla cima della scarpata, alle pendici del colle Brucicchio, perché pensavo che fosse l’orizzonte più basso che potessi avere; ma quando mi sono resa conto giorni prima che la cometa sarebbe stata più alta di quanto pensassi, e che non era prudente andare lì di notte, ho cambiato idea. Per caso, lavorando nella vigna, mi è venuta l’illuminazione: ho puntato la mia app e ho scoperto che la NEOWISE si sarebbe trovata proprio sopra una delle vigne di Montepulciano. Avevo già in mente la foto finale. Sono partita alle otto da casa e ho pensato a pianificare…. ma per quello che avevo in mente ho dovuto inventarmi davvero l’impossibile per arrivare a scattare il primo piano da un’altezza di più di 2 m su cavalletto, cose che è meglio che non racconto!! Per cui ho scattato solo due foto verso le otto e mezza e me le sono fatte andare bene. L’idea geniale è stata quella di riesumare il fisheye per ottenere un effetto grandangolo leggermente distorto. Per la cometa ho dovuto invece aspettare fino alle 22 che fosse abbastanza buio per poterla individuare… dalle 21 circa l’ho cercata da diverse angolazioni ed ero disperata perché non la trovavo e sinceramente avevo una gran voglia di tornarmene a casa!! Alle 22 ho trovato un punto abbastanza panoramico vicino alla vigna che avevo fotografato come primo piano e ho scattato 10 immagini da unire poi con lo stacking in Sequator. Sono rimasta poco ad ammirare la cometa, che si vedeva a occhio nudo perché intorno era buio pesto, ma sono scappata a casa quasi subito perché non mi metteva proprio tanta tranquillità stare lì da sola…
Il giorno dopo ho elaborato la foto separatamente per la terra e per il cielo e ho unito in doppia esposizione. In totale per realizzare il risultato finale ho utilizzato 11 foto. I dati:
Per il primo piano:
18/7/2020, 20.50 circa
Canon EOS 600D, Canon 18-55mm F3.5-5.6 IS II + K&F Concept 58 mm 0.35X HD Fisheye
35mm, ISO400, F 16, 4’’
Per il cielo:
18/7/2020, 22.00 circa
Canon EOS 600D, Canon 50mm F1.8
ISO 800, F 2, 11x5’’
Stacking di 11 fotogrammi con Sequator
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Passato il 20 Luglio, la cometa si è indebolita ulteriormente e non sono più riuscita a vederla a occhio nudo. Ho puntato di nuovo la reflex dal giardino per vederla almeno attraverso la macchina fotografica ed era ancora lì, tra le stelle dell’Orsa Maggiore. Una delle cose che avrei voluto tanto fare era catturare in uno scatto la doppia coda della cometa: la coda azzurra, quella formata da gas ionizzato, non è molto visibile a occhio nudo (forse in montagna molto flebile), ma molti fotografi in luoghi bui sono riusciti a catturarla. Non mi trovavo affatto in un luogo buio, la costa Adriatica, uno dei luoghi con più inquinamento luminoso del Paese. Perciò ho provato a scattare a 3200 ISO: ho scattato 15 fotogrammi, li ho lavorati un minimo in Camera Raw, fusi con stacking con Sequator per eliminare il rumore e poi di nuovo in Photoshop: la coda della cometa si vede abbastanza bene e soprattutto abbastanza lunga, e sembra anche di scorgere la coda di gas! La foto fa schifo, ma il mio intento era quello di catturare le due code, non di creare un’opera d’arte… I dati:
Canon EOS 600D, Canon 50mm F1.8
ISO 3200, F1.8, 15x3.2’’
Stacking di 15 fotogrammi con Sequator
L’ultimo incontro che ho avuto con la cometa risale alla fine del mese di Luglio. Ormai non era più visibile a occhio nudo; non potevo accettare di aver imparato a usare il telescopio un pelo troppo tardi per poterla vedere da “vicino”, così, sapendo che il mio aggeggio poteva vedere, in cieli puliti, oggetti di profondo cielo come le nebulose e le galassie (la maggior parte dei quali non si vedono a occhio nudo nemmeno in montagna), ho fatto 2+2 e ho tentato. Un oggetto che comunque la reflex poteva vedere con un obiettivo 50 mm aperta a F2 poteva vedersi con un 1000 mm ma più chiuso (F8)? Avrebbe catturato meno luce, ma, ripeto, in teoria poteva vedere oggetti di profondo cielo! C’era però un problema. La cometa non si vedeva più da casa mia, nemmeno debolmente… troppo inquinamento luminoso. Ho provato quindi con le coordinate celesti, fissando prima una stella del Grande Carro, bloccando le sue coordinate e cercando di inserire poi quelle della cometa… inutile, la montatura del mio aggeggio fa abbastanza pena e il cerchio dell’ascensione retta non si blocca. Inoltre, dalla tabella delle effemeridi della cometa non ci capivo nulla delle coordinate e avrei dovuto essere abbastanza precisa, il che, sommando tutti questi problemi, non sarebbe mai stato possibile (ho scoperto qualche giorno dopo che la mia app Star Walk2 cliccando su ogni oggetto celeste dà le coordinate in tempo reale…). Sapete cosa? Sono andata a naso e a caso! Ho piazzato la reflex accanto al telescopio, i due cavalletti alla stessa altezza; ho scattato una foto per individuare la posizione della cometa, era diventata verdissima!! Si trovava esattamente sopra la punta di un cespuglio. Ho puntato quella punta con il telescopio e sono salita piano piano osservando dall’oculare… a un certo punto ho visto qualcosa che mettendo a fuoco non era né un pianeta, né una stella, né un satellite, una palla abbastanza grande con i bordi molto sfumati, di colore verdastro, che emanava una luce molto debole… era Neowise!! Non si vedeva la coda purtroppo perché il mio telescopio non è abbastanza aperto da catturare più luce, appariva allo stesso modo di comete molto più lontane dal sole o molto più piccole, come la Wirtanen in questa foto che ho scattato due anni fa, o come questo scatto della cometa Lovejoy (credits Dark Sky Telescope Hire).
In ogni caso, sono stata contentissima di aver visto per la prima volta con il telescopio, oltre che stelle e pianeti, anche una cometa!! Spero sia la prima di una lunga serie. E con questo episodio si chiude la mia osservazione della cometa Neowise. La salutiamo per sempre… sperando che una delle sue compagne ci venga presto a fare visita in futuro!!
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